Rispetto ai termini utilizzati per le offese nei confronti delle cinque categorie studiate, dai dati risulta quasi sempre presente il collegamento con la dimensione corporea e l'atto fisico, nonché il fatto che il termine che identifica, la donna, l'ebreo, l'omosessuale, il disabile, lo straniero viene spesso associato a parolacce che indicano sporcizia e contaminazione. La mappa vuole essere uno strumento utile per prevenire e quindi poter agire avendo a disposizione i dati di un fenomeno violento e discriminatorio.
"Le parole fanno malissimo, questa ricerca fa capire quanto fa male subire parole di odio. Non credo che l'Italia sia un Paese che odia ma che si sia addormentato, è importante accendere i riflettori sul peso delle parole", ha commentato Ivan Scalfarotto, Sottosegretario al Ministero delle riforme e dei rapporti con il Parlamento, intervenuto alla presentazione. I dati dell'indagine voluta da Vox sono utile anche per "promuovere politiche integrate a livello territoriale che tengano conto del riconoscimento dei diritti anche facendoli entrare nelle politiche economiche", ha sottolineato Giovanna Martelli, consigliera del premier per le pari opportunità.
Nessun commento:
Posta un commento